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VIPsight International


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VIPsight marzo 2014

 

Aziende

Perizia chiarisce i gli appunti contro Elgeti

Il CEO della TAG Immobilien, Rolf Elgeti, non è più nel mirino per  presunte transazioni sospette. Il gruppo immobiliare di Amburgo ha fatto sapere che il risultato della perizia chiesta a PwC ha rimosso tutte le accuse espresse all’inizio di ottobre 2013 nel settimanale “Welt am Sonntag”  contro gli organi della TAG per presunte acquisizioni sfavorevoli e conflitti di interesse tra Elgeti e il gruppo immobiliari, confutando le affermazioni negative. In concreto si leggeva che al momento dell’acquisto di due portfogli immobiliari a Chemnitz e a Eberswalde nel 2011 e nel 2012 sarebbero stati pagati dei prezzi eccessivi e quindi contrari agli interessi della società. Elgeti è stato anche accusato di conflitti d’interesse. Nel mirino c’erano  l’ acquisto di un edificio a molti piani a Rostock nel 2012 e presunti affari privati non rivelati con diverse aziende immobiliari. Il giorno prima della compravendita la TAG si era ritirata dall’affare. Il consiglio di sorveglianza che già lo scorso ottobre aveva confermato la sua piena fiducia in Elgeti, si sente confermato nelle sue valutazioni.

Zooplus: Successo da bestia

La Zooplus AG ha vissuto un 2013  particolarmente di successo: Con un incremento del 27 percento il commerciante online di alimenti per animali ha portato lo scorso anno il suo fattura totale a 426 milioni di Euro. Circa 407 milioni di Euro provengono dal fatturato realizzato con le vendite, altri ricavi sono invece stati realizzati con servizi di pubblicità sulla pagina internet.

L’azienda quotata nel SDax aveva già corretto a ottobre l’obiettivo per il 2013 da 400 a 415 milioni, risultato che alla fine ha superato di altri 11 milioni di Euro – soprattutto grazie ai forti ricavi del quarto trimestre. Il management di Zooplus si aspetta quindi un risultato prima delle imposte positivo. I numeri definitivi saranno pubblicati alla fine di marzo.

Gli analisti della Deutsche Bank restono però scettici: la competizione rimane molto intensa e blocca la ripresa a causa dei margini. Tenendo conto della contemporanea necessità di aprire nuovi canali di vendita anche i costi di marketing aumenteranno.

Grammer: crescita con sedili

Il fornitore dell’industria automobilistica, Grammer AG - quotata nel SDax - è riuscito a migliorare nello scorso anno il già ottimo risultato del 2012.  Secondo i numeri attualmente a disposizione lo specialista per interni di automobili ha realizzato un fatturato di circa 1,27 miliardi di Euro – 130 milioni in più dell’anno precedente, un risultato da record. Il risultato operativo è aumentato del 18 percento arrivando a circa 58 milioni di Euro. La pubblicazione del rapporto integrale sull’esercizio è prevista per la fine di marzo.

Nel settore automotive la crescita è del 14 percento, nella divisione seating systems si sono registrati 7 percento in più – secondo il CdA il libro degli ordine si presenterà bene anche nel 2014. Per l’esercizio corrente l’azienda prevede un ulteriore aumento del fatturato a 1,3 miliardi di Euro. La Grammer dà lavoro a circa 10.000 persone in 18 paesi del mondo.

VGT: il dividendo comincia a muoversi

La VGT AG, azienda quotata nel SDax, è riuscita nell’esercizio passato ad aumentare il suo fattura nonostante le grandi sfide di mercato di più del 2%, a circa 783 miliardi di Euro. L’azienda di logistica prevede ora un aumento di dividendo da cinque a quarantadue centesimi.

Il risultato operativo è cresciuto di quasi 6 percento a 184 milioni di Euro. Questo è quanto dicono attualmente i numeri dell’azienda.  L’affitto di vagoni in tutto il mondo  è stato particolarmente fortunato: VGT ha investito in 1300 nuovi vagoni. Lo sfruttamento era del 90 percento. Allo stesso momento il settore della logistica – con la logistica su binari e con container serbatoi – ha creato qualche fitta allo stomaco soffrendo di un abbassamento della domanda. I numeri precisi saranno pubblicati alla fine di marzo.

Per il 2014 il management della VGT si aspetta un bel aumento del fatturato, da 850 a 950 milioni di Euro. Dopo la fusione delle attività di VGT con Kühne + Nagel la sola divisione della logistica su binari dovrebbe contribuire con 100 milioni a questo risultato. Per quanto riguarda l’azienda comune VGT Rail Logistics il CdA parla di risultati positivi dal 2015. L’azienda intende investire nell’affitto dei vagoni anche nel 2014.

Buhlmann's Corner

Marzo 2014: cosa distingue le assemblee generali in Germania di quest’anno da quelle del 2013

Risposta: Fondamentalmente niente, tutto è come una volta. Le presenze sono al livello del 2012 e anche la durata è come ai vecchi tempi. Gli elenchi di domande sulle quote rosa sono completamente spariti dalla scena.

Quando nell’autunno 2013 i due partiti di maggioranza hanno formato la grande coalizione una delle due sponsor della discussione si è dispersa nei bassi fondi del Ministero della Difesa, l’altra Ministro non è a bordo della nuova squadra.

Nella sua dichiarazione di governo del 29 gennaio 2014, la rieletta Cancelliera Angela Merkel affronta il tema immediatamente dopo la richiesta degli stipendi minimi.

“Una forte economia sociale di mercato  ha bisogno di imprese internazionalmente competitive. Sappiamo per esperienza che questo funziona particolarmente bene quando donne e uomini hanno le stesse opportunità.

Per questo motivo introduciamo per tutti i consigli di amministrazione di aziende obbligate alla piena codeterminazione e quotate in borsa che dovranno essere rinominati nel 2016 una quota femminile di non meno di 30%. Per anni ci siamo raccomandati inutilmente. Adesso dobbiamo fare questo passo.“

Non so bene di quali raccomandazioni si stia parlando, eppure ero presente in molte assemblee. Tuttavia, dopo aver sentito per la decima volta l’elenco delle domande ero in grado di suggerire quando una lettrice si impappinava.

La domanda che mi pongo, però, è: chi si prende la responsabilità per questi soldi pubblici spesi in questi anni? Se le raccomandazioni sono sufficienti per passarsi di mano milioni di Euro, mi piacerebbe sapere dove si trova lo sportello che li distribuisce.

Insomma – dopo le prime assemblee del Dax e del MDax sembra confermarsi il sospetto che l’impegno delle Signore recitanti era meno motivato dall’euforia o dall’interessa nella giusta causa che dalle onde e ondate di denaro pubblico.  Al momento conosco una sola eccezione (berlinese) – alla quale confermo il mio rispetto.

The German Mittelstand

L’organizzazione della successione deve essere parte di una strategia a lungo termine

Circa 135.000 aziende del Mittelstand tedesco avranno bisogno nei prossimi cinque anni di un successore in cima all’azienda perché il proprietario unico lascerà la guida per età, malattia o morte. Non ci sono dati ufficiali, ma per esperienza le stime dell’ Institut für Mittelstandsforschung a Bonn sono molto vicine alla realtà. Si aggiunge che secondo un’analisi dei passaggi già avvenuti il 54 percento dei vecchi proprietari cerca il successore all’interno della propria famiglia e il 17 percento nella cerchia dei collaboratori. Il restante 29 percento preferisce prendere in considerazione una successione esterna – e quella diventa poi veramente interessante: per l’imprenditore, per il potenziale compratore e per i collaborati.

Nella successione aziendale esterna il proprietario vecchio si muove in un campo piuttosto minato: dalle complesse condizioni legali e fiscali, alla determinazione di un prezzo di vendita adeguato alla questione della sorte dei collaborati in caso di passaggio aziendale. In genere il massimo  ricavo per l’imprenditore non coincide con la migliore soluzione per una lunga vita dell’azienda e dei posti di lavoro.  Ma anche il fallimento della successione potrebbe avere delle ripercussione problematiche sui collaboratori. Secondo uno studio pubblicato dal revisore dei conti Deloitte e altri, in Germania una successione aziendale su due non va a buon fine. I posti di lavoro in forse sono circa 250.000 all’anno.

Ma si può fare molto meglio. La probabilità di una successione positiva aumenta quando l’imprenditore la integra con ragionevole anticipo nella sua strategia aziendale a lungo periodo. Il gruppo di esperti per le successioni aziendali all’interno del Ministero Federale dell’Economia fa spesso riferimento a questo fattore di tempo. Anche dal punto di vista fiscale l’imprenditore fa bene a programmare il passaggio in tempo. Il fatto che la soluzione sia esterna o interna non ha importanza. Lo stesso vale per le vendite di aziende. Solo chi agisce senza fretta può trovare delle soluzioni soddisfacenti per se e per i collaboratori. Chi programma la sua successione in tempo non manca di identificazione con la propria azienda, ma dimostra la capacità di agire con responsabilità imprenditoriale.

Accause e lamentele

Il 20 febbraio la Deutsche Bank ha chiuso dopo quasi dodici anni la lite tra l’oramai defunto Leo Kirch e i suoi eredi.  Nel compromesso stilato tra le parti e pubblicato nella Gazzetta ufficiale tedesca “Bundanzeiger”si legge che la parte Kirch “non sosterrà più che il Dr. Rolf – E. Breuer e la Deutsche Bank hanno violato dolosamente degli obblighi esistenti nei confronti di loro e di altri o agito in maniera contraria alla morale”.  La parte Kirch ”venderà inoltre entro cinque giorni lavorativi bancari … le proprie azioni alla Deutsche Bank”, si legge successivamente. Nell’ambito del compromesso l’Istituto bancario paga una cifra pari a 775 milioni di Euro più interessi e rimborso spese, quindi all’incirca 925 milioni di Euro.

L’antitrust tedesco batte la cassa dai tre più grandi produttori di zucchero in Germania a causa di pluriennali accordi di prezzo. Il Bundeskartellamt di Bonn comunica di aver inflitto a loro e a sette responsabili personali una pena di complessivamente 280milioni di Euro. La sola Südzucker, leader del mercato, ha dovuto pagare una penale di 195,5 milioni di Euro.

Il 18 febbraio il presidente dell’antitrust, Andreas Mundt, ha accusato le aziende di aver preso per anni degli accordi su territori, quote e prezzi recando danno all’industria e ai consumatori.

Politica

Congetture intorno alla quota rosa

La maggiore partecipazione di donne in posizioni di leadership e nei consigli di sorveglianza decisa nel contratto di coalizione tra i due partiti al governo ha portato a delle perplessità tra i topmanager. I programmi politici prevedono che dal 2017 ogni consiglio di sorveglianza delle grandi aziende quotate tedesche deve avere almeno un membro femminile. Una bozza del progetto sarà pubblicata dal ministero per le famiglie, nella seconda metà di febbraio, al più tardi nella prima settimana di marzo. Altrimenti la scaletta prevista dalla Ministro Manuela Schwesig per trasformare la quota rosa in legge entro il 2014 non può essere rispettata.  Nel contratto di coalizione si legge che i consigli di sorveglianza di aziende “pienamente co-determinati e quotati in borsa” che saranno rinominati nel 2016, dovranno avere una rapporto tra donne e uomini di 3:7. Molti ritengono che due anni non siano sufficienti per introdurre la quota ovunque. Negli ultimi due anni le donne arrivate alla guida di grandi gruppi tedeschi non sono sufficienti. Ne consegue che sole poche donne manager dispongono di un’ esperienza operativa tale da poter controllare efficacemente un gruppo aziendale.

Persone

A tre anni dalla sua uscita come presidente del CdA Jürgen Hambrecht sta per guidare il consiglio di sorveglianza della BASF. Il gruppo chimico comunica dopo la riunione del consiglio del 20 febbraio che l’organo di controllo lo ha proposto come candidato per la presidenza. L’ex CEO della BASF ha quindi prolungato di un anno il periodo biennale di “cooling off” previsto dalla legge; durante l’assemblea generale del 2 maggio accetterà lo scettro da Egger Vorscherau che dopo 40 anni al servizio dell’azienda lascerà il consiglio. Durante la stessa assemblea Alison Carnwath entrerà a far parte del consiglio di sorveglianza della BASF dove dovrà con ogni probabilità presiedere l’importante comitato di esame. Non sarà invece più eleggibile Max Dietrich Kley, un altro tra gli storici membri del consiglio di controllo della BASF che lascerà.

Casten Spohr diventerà il nuovo CEO della Deutsche Lufthansa. Dopo mesi di ricerca interna e esterna il consiglio di sorveglianza ha trovato il nuovo numero uno all’interno della gruppo. Il 7 febbraio la Lufthansa ha confermato questa decisione. Il 47-enne era sin dall’inizio considerato come candidato favorito per la successione del leader uscente Christoph Franz.

Solo un giorno dopo le dimissioni di Jörg Schwagenscheidt in GSW Immobilien, Andreas Segal diventa CFO in Deutsche Wohnen.  L’ex CFO di GSW Immobilien sostituirà Lars Wittan che riceverà un nuovo incarico all’interno del CdA della società madre della GSW Immobilien.

Helmut Rothenberger controllerà in futuro la DMG MORI SEIKI, azienda produttrice di macchine utensili.   Il 4 febbraio la Pretura di Bielefeld lo ha nominato come membro del consiglio di sorveglianza, con effetto immediato, e successore di Hans Henning Olten. L’ex capo del consiglio di sorveglianza aveva ceduto la sua presidenza già sei mesi fa a Raimund Klinkner. L’ex gruppo GILDEMESTER comunica inoltre con poche parole e senza ringraziamento le dimissioni di Kathrin Dahnke. Rüdiger Kapitza si farà carico ad interim delle divisioni Controlling, Finance, Contabilità, Imposto e Gestione del rischio finora da lei dirette. Al momento un successore per il posto vacante non è in vista.

Dopo la deposizione del mandato da parte di  Stefan Lauer a fine 2013, Fraport affiderà la successione a Karl Ulrich Garnadt. Il Tribunale lo ha nominato ad interim come  nuovo rappresentante del grande azionista della Lufthansa  fino all’assemblea generale il 30 maggio. Garnath faceva parte CdA della Lufthansa Passage Airlines dove era responsabile per hub management e passenger services.

Gerhard Weber ha confermato il 26 febbraio che dopo la fine dell’esercizio corrente, a fine ottobre, intende ritirarsi dal business operativo della Gerry Weber International per passare al consiglio di sorveglianza. Dopo la sua uscita Ralf Weber e gli altri membri del CdA David Frink e Arnd Burchardt agiranno con pari diritti nominando probabilmente un portavoce interno, come comunica il gruppo di moda.

Con effetto 15 febbraio Claus Vielsack è stato nominato  membro del CdA della STRATEC Biomedical, azienda quotata nel TecDax. Dottore in chimica, Vielsack lavora in azienda dal 1998 dove ha occupato diverse posizioni di direzione nello sviluppo teconologico. Il nuovo membro del CdA collabora adesso con Marcus Wolfinger, Robert Siegle e Bernd Steidle.

Con la chiusura dell’assemblea generale del prossimo 13 giugno il presidente del consiglio di sorveglianza Lutz Ristowe e il suo Vice Ronald Frohne lasceranno la TAG Immobilien. Il primo per motivi di età, il secondo per motivi personali. I successori previsti sono Hans-Jürgen Ahlbrecht e Ingo-Hans Holz. La loro conoscenza del business e lunga esperienza nel mercato immobiliare tedesco renderebbero questi Signori particolarmente adatti per un incarico nel organo di controllo della TAG. La presidenza del consiglio di sorveglianza dovrebbe essere affidata a Lothar Lanz, dal 2009 fino a marzo 2014 CFO di Axel Springer. Lanz è entrato lo scorso anno nel consiglio di sorveglianza della Tag, gruppo quotato nel MDax. Si legge che sia il candidato favorito del  presidente del consiglio di sorveglianza uscente. Con effetto 31 marzo anche l’attuale CFO, Georg Griesemann, lascerà il gruppo immobiliare di Amburgo. Il revisore dei conti e commercialista lavorava per TAG dal 2011. Il consiglio di sorveglianza e il CdA hanno ringraziato Griesemann per il lavoro svolto. Martin Thiel è stato nominato suo successore e prenderà il suo posto il 1 aprile prossimo.

Andreas Renschler è stato chiamato per occuparsi della fusione degli affari con veicoli commerciali di Scania, MAN e dei portacarichi leggeri del gruppo Volkswagen. Il consiglio di sorveglianza ha chiamato l’ex-responsabile della divisione dei veicoli commerciali di Daimler come successore di Leif Östling nel CdA del gruppo. Per motivi contrattuali Renschler non potrà iniziare la nuova carica prima di febbraio 2015.

GfK: capo rimane capo

Il consiglio di sorveglianza della GfK AG, azienda di ricerche del mercato, ha prolungato il contratto con il CEO Matthias Hartmann per altri cinque anni, fino al 2019. Hartmann sta guidando la società con i suoi 13.000 collaboratori in circa 100 paesi già dal 2011. Prima aveva occupato diverse posizioni nel gigante IT IBM. La GfK è quotata nel SDax.

Secondo il consiglio di sorveglianza Hartmann dovrebbe spingere in avanti lo già iniziato sviluppo strategico e operativo. Secondo il Manager Magazin GfK ha subito nello scorso anno perdite dopo le imposte per circa 45 milioni di Euro a causa di ammortamenti su valori aziendali immateriali. Si dice che i ricercatori del  mercato hanno comprato in passato internazionalmente una serie di aziende per prezzi elevati che nell’insiem non hanno risposto alle aspettative di guadagno.

Vossloh: l’intero CdA se ne va

Nella Vossloh AG, gruppo specializzato nella tecnica ferroviaria, il consiglio di sorveglianza ha chiesto al CdA di andarsene. CEO Werner Andree e il collega Norbert Schiedeck hanno accordato con i controllori di lasciare l’azienda entro il 31 marzo 2014.

Il posto di CEO sarà con ogni probabilità assegnato all’ex manager della Siemens, Hans Schabert, conosciuto come esperto per le ferrovie. Insieme a lui il nuovo CdA sarà formato da altre due persone: l’ex CFO di SKW Metallurgie Oliver Schuster si occuperà delle finanze precedentemente seguite in un doppio ruolo dallo stesso Andree. Volker  Schenk prenderà il posto di Schiedeck come responsabile per le divisioni Tecnica, Vendita e Risorse Umane.

Il grande azionista Heinz Hermann Thiele è allo stesso momento anche presidente del consiglio di sorveglianza e presidente della commissione  del personale in Vossloh. Dopo il suo ingresso nel gruppo aveva man mano aumentato la sua quota fino ad arrivare al 30 percento. La famiglia dei fondatori ha perso la lotta per il potere vendendo alla fine il proprio pacchetto azionario per circa 200 milioni di Euro a degli investitori istituzionali. Il miliardario Thiele è anche proprietario della Knorr-Bremse. Alla domanda della rivista tedesca Wirtschaftswoche sulla veridicità di sue presunte intenzioni di assorbimento o di fusioni ha risposto con no.

Flatex: raggiunge la figlia

Il membro del CdA della Flatex Holding AG, Thomas Schmitt, lascia il suo incarico a fine gennaio per dedicarsi completamente all’amministrazione dell’azienda affiliata, la Aktionärsbank Kulmbach, della cui sorte l’esperto bancario e finanziario si occupa già dallo scorso maggio. Stefan Müller, altro membro del CdA, resta invece al suo posto che occupa ormai dal 2003.

Nel provider di servizi finanziari e broker online flatex Holding Schmidt, entrato nel CdA della Flatex nel 2012,  era stato responsabile per lo sviluppo dell’azienda, gli affari legali, le risorse umane e il controlling del rischio. Con la licenza bancaria ottenuta a settembre l’affiliata della Flatex rinforzerà le  attività bancarie e di brokeraggio del gruppo.

CAMPUS

La commissione governativa tedesca per la Corporate Governance chiede comprensione.

La Regierungskommission Corporate Governance (DCGK) vuole intensificare il dialogo con la politica per insistere su processi decisionali trasparenti e attribuzioni chiari di responsabilità e garanzie all’interno delle aziende. Il 4 febbraio il giornale “Die Welt” ha invitato dei CEO  e presidenti di consigli di sorveglianza rinomati, tra cui  Manfred Gentz (presidente della commissione governativa Deutscher Corporate-Governance-Kodes), Joachim Faber (presidente del consiglio di sorveglianza della Deutsch Börse) oppure Manfred Schneider (ex-presidente del consiglio di sorveglianza della Bayer) così come nomi importanti del mondo accademico, esperti in materia e rappresentanti dei grandi asset manager per partecipare alla conferenza “Zukunftsplan Corporate Governance” al 19esimo piano dell’Axel-Springer-Haus. Una buona Corporate Governance (CG) deve promuovere la trasparenza, diceva Gentz davanti alla platea. Laddove il legislatore ha già formulato le sue disposizioni e dove la commissione non ha più raccomandazioni da fare, è fondamentale farla vivere nel dialogo. I legali e anche molto aziende sono invece dell’idea che per rispondere alle esigenze di una buona Corporate Governance sia sufficiente firmare la  dichiarazione di compliance richiesta dalla commissione governativa. Gli investitori tendono invece a supportare un modello più coinvolgente di CG secondo il quale le aziende non devono solo rispondere alle leggi, ma devono anche e soprattutto  prendere sul serio le loro aspettative e i loro diritti. Secondo loro neanche la più limpida delle dichiarazione di compliance può dare garanzia di un buona pratica di CG. Le grandi aziende tedesche temono invece per la loro libertà  e osservano con diffidenza i progetti del nuovo governo che temono compromettenti per la loro libertà aziendale. La paura di quote, di regole sulla remunerazione  e altre disposizioni rischia di complicare la vita alle aziende tedesche rispetto ai concorrenti esteri.

Secondo il  presidente del consiglio di sorveglianza della TUI, Klaus Mangold, la politica dovrebbe stare più fuori dalle questioni aziendali e evitare altri regolamenti. Rispetto all’estero non ce n’è più bisogno.

Capital news

Gli investitori di Volkswagen hanno reagito con vendite voluminose al previsto assorbimento di Scania e al contemporaneo annuncio dell’aumento di capitale – se l’offerta viene accettata – previsto nel gruppo di Wolfsburg.

L’annunciato aumento di capitale del gruppo per il parziale finanziamento dell’acquisto delle restanti azioni di Scania avrebbe deluso il mercato; il costruttore di automobile avrebbe sufficiente liquidità per pagare la transazione completamente con mezzi propri. Per gli analisti l’offerta di quasi sette miliardi di Euro è troppo cara. Dati i rischi legati al successo della transazione, le informazioni sul possibile aumento di capitale in VW attraverso l’emissione di azioni privilegiati per un valore fino a due miliardi di Euro sono ancora molto vaghi. L’offerta scade solo il 25 aprile.

Strenesse: prendere fiato

Caduta in una crisi di finanziamento l’azienda di moda Strenesse AG riesce 3per il momento a riprendere fiato: i creditori hanno accettato il prolungamento della durata di un bond PMI della Strenesse a tre anni, fino al 2017, respingendo in questo modo la minaccia di bancarotta. Il Bond ha un volume di circa 12 milioni di Euro. Circa il 53 per cento del bond capital si è consultato durante l’assemblea dei creditori sul prolungamento della durata. Alla fine circa il 96 percento si è dichiarato favorevole.

Per la casa di moda l’esercizio 2012/2013 è finito con una diminuzione di fatturato del 10 percento; durante l’esercizio corrente il fatturato ha subito un calo ulteriore del 25 % precipitando a circa 44 milioni di Euro facendo  con ogni probabilità scivolare l’EBITDA in rosso.

Di conseguenza anche il capitale proprio è in deficit: grandi perdite e rettifiche faranno - secondo Finance Magazin - arrivare la quota di capitale proprio  a – 14 percento.

Secondo il revisore dei conti Ebner Stolz la Strenesse deve rinforzare il capitale proprio con 10 milioni di Euro. A quel punto gli investitori otterrebbero la maggioranza dell’azienda di famiglia. D’altro canto, per rimettere in pista la casa di moda investimenti da parte di terzi, prolungamenti del bond e l’attesa di altri investitori non sono sufficienti. Bisogna individuare e eliminare i settori dell’azienda che non rendono. Il CdA di Strenesse si augura ad ogni modo per il 2016/17 un fatturato di 62 milioni e un EBITDA di oltre sette milioni di Euro.

NZWL: un ingranaggio richiesto

La Neue ZWL Zahnradwerk Leipzig (NZWL) ha piazzato un corporate bond con un volume di 25 milioni di Euro. Il titolo del fornitore dell’industria automobilistica è stato diverse volte sovrasottoscritto  già dal primo giorno, tanto è che il termine per la sottoscrizione è stato chiuso in anticipo. Tra i sottoscrittori del bond ci sono fondi pmi, asset manager e anche piccoli investitori tramite la borsa.

Con la raccolta di capitale terzo la NZWL intende finanziare l’ulteriore crescita dell’azienda. Il 60 percento circa del ricavo netto dell’emissione dovrebbe affluire sotto forma di finanziamento direttamente alla Neue ZWL Zahnradwerk Leipzi International per ingrandire la nuova sede di produzione a Tianjin in Cina. 27 percento sono destinati ad innovazioni all’interno dei processi, all’espansione regionale e al finanziamento delle società affiliate e partecipate. I restanti 13 percento devono servire per ristrutturare il passivo e rifinanziarsi.

Kinghero: buttato fuori

La Deutsche Börse ha fatto sul serio e ha buttato fuori la Kinghero AG dall’Entry Standard. La holding tedesca di un produttore tessile cinese aveva gravemente violato gli obblighi di trasparenza; lo scorso dicembre era già stata condannata ad una penale. La risoluzione della quotazione significa che dal 20 marzo le azioni della Kinghero non sono più commerciabili, almeno non attraverso la Borsa titoli di Francoforte.

Nell’azienda cinese c’è grande confusione. A gennaio il management tedesco aveva accusato l’ex CEO della Kinghero cinese, Zhang YU, di malversazione di patrimonio aziendale.  Zhang Yu è sparito. Lo stesso vale anche per i ricavi raccolti tramite l’IPO e trasferiti in Cina. Secondo gli amministratori il richiamo di Zhang Yu lo scorso anno ha comportato dei ritardi nella redazione del bilancio 2012. La scorsa estate i revisori dei conti avrebbero rifiutato l’approvazione per questo motivo, scrive il Finance Magazin tedesco.

M&A

Rhön: Concessioni

Nell’ambito del  previsto assorbimento della Rhön Klinikumg AG – gestore di cliniche quotato nel MDax – il gruppo Fresenius potrà acquistare solo 40 delle 43 cliniche inizialmente previste. L’antitrust tedesco ha vietato la vendita di tre strutture alla Fresenius per evitare dei monopoli ospedalieri regionali. La Fresenius dovrà rinunciare anche a due centri per la salute: nel pacchetto da rilevare il numero dei centri è sceso da 15 a 13.

In seguito a questo affare da 3 miliardi di Euro la Helios, affiliata della Fresenius, diventerà il più grande gestore di cliniche in Germania. La Fresenius sostiene di aver già versato un acconto di oltre 2 miliardi. I costi previsti per l’inserimento delle cliniche rilevate dalle Rhön-Kliniken – si parla di circa 80 milioni di Euro – riguarderanno per la maggior parte l’anno corrente.

Cedendo le cliniche, la Rhön si ridimensionerà in termine di fatturato di circa due terzi. In futuro il gestore di strutture ospedaliere intende concentrarsi su cliniche che offrono medicina all’avanguardia e ricerca universitaria.

Nello scorso anno l’assorbimento della Rhön è stato oggetto di litigi: Asklepios  B. e Braun Melsungen, ambedue soci della Rhön e concorrenti del gruppo Fresenius erano contrari all’assorbimento totale da parte del gigante della tecnica medica. Nel frattempo le parti hanno trovato un consenso: Asklepios dovrebbe ad esempio collaborare al “Netzwerk Medizin” che Freneius e Rhön hanno intenzione di costituire. Con B.Braun Fresenius sembra invece aver concordato l’acquisto obbligatorio di prodotti medicali che in parte sono in concorrenza con prodotti della stessa Fresenius.

Bechtle: Attacco di consumismo

L’azienda IT Bechtle AG annuncia un’altro acquisto: l’azienda – quotata nel Tec Dax – rileva la Amaras AG allargando così il proprio portfolio nel settore dei Managed Services. La Amaras è specializzata in servizi onsite per grossi clienti  e occupa, secondo la Bechtle, 33 collaboratori. Nel 2013 ha realizzato un fatturato di 3 milioni di Euro. L’amministratore delegato, Oliver Schmidt, manterrà la sua funzione come responsabilità assumendo allo stesso momento delle cariche all’interno della Bechtle Systemhaus Holding AG. Nessuna delle due aziende ha pubblicato informazioni più dettagliate sulla transazione.