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Corporate Governance – portrayed in the individual cultural and legal framework, from the standpoint of equity capital.

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VIPsight International


Article Index

 

 

VIPsight agosto

 

COMPANIES

Dopo la fusione, minacce di litigi legali per Celesio

 

Mancava un ultimo passo, ma adesso la fusione tra McKesson e Celesio è definitiva. All'inizio dell'anno il gruppo USA aveva rilevato il commercianto di farmaceutici tedesco, mancava l'approvazione con contratto di dominio e di trasferimento degli utilida parte degli azionisti. Per poter realizzare i vantaggi del rilevamento, ad esempio tramite acquisti comuni, un tale contratto è indipensabile, spiegava Marion Helmes in occasione dell'assemblea generale il 15 luglio a Stoccarda, per potersi presentare insieme nei confronti dei gruppi farmaceutici. Per gli azionisti un tale contratto significa ad esempio la rinuncia ai propri diritti di partecipazione alla discussione sull'ammontare dei dividendo. Matthias Gabler vede chiara l'intenzione di buttare fuori gli azionisti minoritari e descrive l'offerta come 'schiffosa'.  Agli azionisti dovrebbe spettare un indenizzo sotto forma di un pagamento di garanzia di 83 per cento; in alternativa possono rivendere le loro azioni a Mc Kesson per 22,99 Euro caduna;  il prezzo è inferiore a quello pagato dalla stessa McKesson al momento del rilevamento. Quotato 25 Euro anche il prezzo dell'azione è maggiore di quello offerto. Vista la situazione proporzionale delle maggioranze il risultato era prevedibile: Mc Kesson è adesso proprietaria del 75 % delle quote. "Questa manovra corrisponde ad un esproprio forzato degli azioni", dice Andreas Schmidt della Schutzgemeinschaft der Kapitalanleger, anticipando che alcuni azionisti stanno prendendo in considerazione di sollevare delle cause.

 

 

Affiliata della Deutsche Bank riporta "con errori e in modo inaffidabile"

 

La Fed di New York ha dato dei voti pessimi all'affiliata USA della Deutsche Bank. I report finanziari sarebbero "di bassa qualità, poco precisi e non affidabili", si legge in una lettera del Controllore bancario del 11 dicembre. Si aggiungono una pessima contabilità e dei vizi evidenti nel controllo e nei procedimenti tecnici. Sono stati riscontrati degli "errori notevoli e una bassa sicurezza dei dati" nell'inserimento di dati in banche dati pubbliche americane, a cui accedono tra le altre anche le istituzioni di controllo, gli economisti e gli investitori per valutare i negozi. In una lettera inviata ai vertici dell'istituto di credito si legge che la quantità degli errori fa pensare che la tutta struttura dei report della Deutsche Bank debba essere rivista. L'autore della lettera dovrebbe essere Daniel Muccia, responsabile nella Fed di New York per le affiliate americane degli istituti di bancari stranieri. La brutta pagella è in totale contrasto con l'auto-presentazione della banca che sostiene di essere  "la migliore della sua classe". Si dice che la banca sia da tempo consapevole dei problemi senza però trarrne le consequenze. Adesso l'azienda dichiara di voler intensificare i controlli. Dalla fine della crisi finanziaria i regulatori USA osservano e banche straniere con maggiiore attenzione. Diverse banche hanno già dovuto pagare caro per i loro trucchetti. Sembra che la Deutsche Bank non debba però temere la multa.

 

 

Per TUI nessuna quotazione in borsa a Francoforte dopo la fusion

La TUI di Hannover intende guadagnare il controllo totale sull'affiliata TUI Travel in Granbretagna. Per questo fine le due aziende dovrebbe arrivare ad una fusione. Attualmente la TUI tiene il 54 % dell'affiliata britannica; l'intenzione è di offrire agli azionist di Plc un offerta di rilevamento entro l'autuno. Gli azionisti dovrebbero sfruttare il tempo per consultarsi. Il 46 per cento delle quote della Travel che non appartengono a TUI ha un valore presunto di due miliardi di sterline. L'importante fusione dovrebbe funzionare esclusivamente attraverso l'emissione die azioni della SPA in favore degli azionisti minoritari della TUI Travel, quindi senza alcun pagamento di premi. Il gruppo madre in Germania intende da anni acquisire il controllo del business con i viaggi organizzati.  TUI spera in questo modo di sciogliere la complicata struttura doppia e di abbassare notevolmente i costi. Quando a primavera del 2007 il tour operator aveva cercato di acquistare la First ChoiceTravel i soldi non bastavano per comprare l'azienda nel suo insieme. I due partner decisero quindi di fondare insieme la TUI Travel Plc. TUI prese una buona metà delle quote della nuova affiliata, mentre i restanti 46 per cento rimanevano nella First-Choice.  Il gruppo dovrebbe avere sede in Germania; il listing in borsa dovrebbe invece essere spostato a Londra.

Heidelberger Druck: Nuovo orientamento con successo

 

In Heidelberger Druckmaschinen AG, quotata nel SDax, si entra nella fase successiva della ristrutturazione del gruppo. Dopo essere riuscita nello scorso esercizio a realizzare il turnaround e ad uscire dal rosso, il produttore di macchinari per la stampa sta programmando di fare degli acquistiin settori in crescita come come il digitale, i service e i comsumables. Il management annuncia di voler ridurre invece i business meno redditizi. Nell' esercizio corrente del 2014/15 l'azienda vorrebbe confermare il fatturato dell'anno precedente e aumentare la redditività. Ultimamente il gruppo ha realizzato dei profitti per quattro milioni di euro - dopo cinque anni di perdite e una notevole riduzione dei posti di lavoro. Il settore soffre da anni dell'abbassamento della domanda sul mercato dei prodotti stampati tra cui i giornali. Il margine dell'EBITDA dovrebbe aver raggiunto già nel 2015/16 circa un otto per cento circa.

 

Koenig & Bauer: ristrutturazione in corso

 

Un altro produttore di macchine per la stampa sta cercando di uscire dal rosso: lo scorso anno la Koenig & Bauer aveva annunciato il taglio di oltre 1000 posti di lavoro. Attualmente circa 700 dipendenti devono lasciare a sede di Würzburg e la fabbrica di Mödlig in Austria. Abbassando i costi,  l'azienda quotata nel SDax dovrebbe farcela ad uscire dalla crisi che ha le sue origini nei media stampati. Ma il gruppo non intende solo risparmiare;  il CdA propone quali potenziali settori di investimento: la stampa di banconote, sulla latta, di etichette e digitale. Con le due affiliate acquistate nello scorso anno, la KBA-Flexotecnica e la KBA- Kammann, si pensa inoltre di sfruttare il potenziale di mercato per imballi flessibili e contenitori decorati. Il gruppo ha infine espresso la volontà di riorganizzare la sua struttura organizzativa in maniera meno centralizzata e più flessibile.

 

Villeroy & Boch: Toilette più sostenibili

 

L'attenzione alle risorse è di tendenza - e ne guadagna al momento il produttore di ceramica Villeroy & Boch. L'azienda quotata nel SDax della Borsa Titoli di Francoforte ha registrato nei primi due trimestri dell'esercizio corrente un aumento della domanda di mobili da bagno e di water a basso consumo di acqua. Nell'insieme il fatturato è aumentato di oltre sei percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, crescendo a quasi 380 milioni di Euro. In Germania l'aumento ha raggiunto quasi il 6 per cento. Il risultato del gruppo è passato da 5,1 a 7,3 milioni di Euro. Ma il successo del gruppo con sede sulla Saar si è allargato anche oltre confine, ad esempio in Cina, in Russia e nell'Europa orientale. Per l'esercizio corrente il management prevede un continuamento della crescita di tre a cinque per cento.

Buhlmann's Corner

Corporate Governance durante l'estate

 

Se gli esperti si limitano a far presente che il Deutsche Corporate Governance Kodex dovrebbe tenere le distanze dal  lobbismo, mi viene da pensare che non ci sono temi veramente caldi di cui parlare. Ovviamente una commissione di esperti deve partecipare alle discussioni legali, invece di lamentarsi di tutto ciò che non funziona. Spero vivamente che le vere discussioni, cioè quelle costruttive tra persone che se ne intendono, tornino a farsi sentire - e devo dire che ho la sensazione che qualcosa si stia muovendo.

 

Chi esce dal rilassamento estivo andrà sicuramente a battere con la solita intensità contro la discussione sulla diversità oramai ridotta ad una discussione sul gender. Una discussione senza senso e senza effetto, come quella tra le due signore Elke König, presidente della Bafin (bafin.de) e la sua controparte europea, Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza della BCE. A proposito, secondo quale logica di quote abbiamo tutte queste signore nella vigilanza del mondo finanziario? Chi patteggerà per gli uomini come me, per me stesso e per un futuro migliore?

 

Nel caso che la Commissione per il Codice sulla Corporate Governance di Berlino, rinforzata sotto la nuova guida di Manfred Gentz, non dovesse raggiungere gli obiettivi e se la percentuale delle donne dovesse rimanere l'unico criterio per cui lottare nella discussione sulla diversità, la stessa commissione potrebbe trasferire il suo modello di lobbismo e mettere a  disposizione il capitale necessario per nominare una "agenzia per le donne nel consiglio di sorveglianza".  Temo che sia l'unico modo per venire incontro al giovanile ministro per la giustizia (bmjv.de) che chiede che "nessuna sedia rimanga vuota".

 

Sembra che oggi sia sufficiente che una società per azioni si trasformi in società europea cambiando forma legale  se non vuole fidarsi dell'anticostituzionalità e dell'elevato numero di questioni legali non risolte e andare sul sicuro. Sempre che qualcuno voglia veramente vigilare sulle quote. Mi viene in mente il famoso articolo 104 della legge tedesca sulle società per azioni che a suo tempo nacque con il solo obiettivo di "salvare" la co-determinazione. Che futuro spetterà alle sedie per signore rimaste vuote?

 

Parlando di sedie vuote mi preme sottolineare che quest'anno le presenze durante le assemblee sono nuovamente salite, ad eccezione dei soliti casi come Heidelberger Druck, Deutsche Bank e K+S. Il premio per la peggiore presenza - si parla del 19% - è andato alla MTU Aero Engines. Il cattivo risultato non è però dovuto al malfunzionamento del sistema, bensì a delle difficoltà di comunicazione tra i provider dei servizi. Tutto va bene, quando gli azionisti sono consapevoli di quello che fanno e quando le loro azioni sono guidate dal loro senso di responsabilità nei confronti di chi investe, dei clienti e dei dipendenti - la consapevolezza della responsabilità è assolutamente cruciale.

Kommentar Mittelstand

 

Il Mittelstand tedesco trarrà dei vantaggi dall'accordo sul commercio libero (da controllare se si dice così)

 

Da un anno si discute nuovamente dell'abolizione di dazi e barriere commerciali tra l'UE e gli USA. L'accordo porterebbe alla nascita di una zona economica con oltre 800 milioni  di consumatori e circa la metà della capacità economica globale. Ma come sappiamo, ogni moneta ha due lati e la discussione sulla volontà di creare questa zona franca è soggetto di una grande controversia pubblica.

 

Gli esperti di economia policia vedono i vantaggi economici di una zona economica senza dazi e barriere commerciali e prevodono una crescita ulteriore del 0,5 per cento nella Comunità Europea. Gli scettici temono invece che le stime siano esagerate e vedono inoltre delle difficoltà nell'unificazione della protezione dei consumatori. Particolari problemi dovrebbero creare le regolamentazioni diverse ad esempio nelle piante geneticamente modificate o nell'autorizzazione di farmaci.

 

Concentrandosi però sui vantaggi economici, la discussione gira solo intorno ai potenziali di crescita e la lista dei possibili approfittatori. Frank Sportolari, procuratore generale preso la United Parcel Service Deutschland e Vicepresidente della Comissione Federale Internationaler Kreis des Wirtschaftsrates der CDU e.V. ha individuato oltre ai grandi gruppi con presenza internazionale anche il Mittelstand tedesco come approfittatore di un tale accordo sul commercio libero. Fatto sta che per le aziende piccole e medie le barriere esistenti pesano in maniera sproporzionata in considerazione della scarsità, rispetto ai grandi, dei mezzi a disposizione per superare gli ostacioli.

 

Tenendo conto della forza del Mittelstand tedesco questa affermazione potrebbe avere motivazioni tattiche, anche se è molto vicina alla realtà. Secondo tagesschau.de il 27 per cento delle esportazioni verso gli USA ricade su  automobili e pezzi di automobili, il 17 percento invece sui prodotti chimici.

 

Ancora più importante sembra essere l'esportazione indiretta. Non disponendo sempre di canali di vendita propri, le PMI tendono a vendere i loro prodotti finiti, semilavorati o primi in Germania ai grandi  gruppi con attività internazionali. Questi ' global player' esportano poi le merci attraverso i loro canali di vendità. L'istituto Prognos ha rilevatoper il suo report sulla globalizzazione 2011 che nel 2007 la Germania ha esportato merci e servizi per un valore di 940 miliardi di Euro. A queste esportazioni diretti bisogna  poi aggiungere dei anticipazioni (controllare la parola) per 824 miliardi di Euro. Questo corrispondo all'88 percento delle esportazioni dirette.

 

L'esportazione indiretta  è difficile da rilevare per la singola azienda piccola-media.  Guardando però i flussi delle merci nel commercio interno si vede che a trarre vantaggio dall'alleggerimento delle relazioni commerciali con zone economiche extra-europee dovrebbe essere proprio il Mittelstand - la colonna spinale dell'economia tedesca.

 

ACTIONS CORNER

Per aver violato le regole americane sull'embargo la Commerzbank deve aspettarsi una multa di almeno 500 milioni di dollari. Sembra che in questo modo l'istituto bancaria possa evitare una condanna penale e un procedimento d'indagine della giustizia US-americana. La violazione della sanzioni riguarderebbe degi affari finanziari con aziende in paesi come l'Iran. L'8 luglio la Commerzbank ha confermato di essere in contatto con le istituzioni americane. Per la seconda banca tedesca una multa di quasi mezzo miliardo di dollari è particolarmente doloroso in considerazione del fatto che nello scorso anno la stessa banca ha realizzato un risultato netto di soli 78 milioni di Euro.

 

Nel litigio sul licenziamento di quattro dealer con interessi (parola da trovare...) della Deutsche Bank nel contesto della manipolazione di interessi sembra prospettarsi un accordo. Le due parti accettano in seconda istanza la proposta della giudice Astrid Nungesser di decidere la questione all'interno di un procedimento di mediazione che è stato fissao per il  19 settembre. L'intenzione è di arrivare ad un compromesso trattando con l'aiuto di un giudice. In caso di fallimento del tentativo il tribunale del lavoro riaprirà la causa promossa dai dealer contro il loro licenziamento senza preavviso. Il procedimento di mediazione è stato introdotto per legge nel 2012 come istituzione del procedimento giuridico.

 

Erich Kellerhals insiste sulla disdetta del mandato di Pieter Haas e cerca di spingere il membro del CdA della Metro fuori dal suo incarico in Media-Saturn con un avviso di garanzia del tribunale di Ingolstadt.  Il fondatore dei Media-Markt e Saturn insiste per arrivare ad una soluzione nel litigio con il gigante del commercio che dura ormai da tre anni. Kellerhals sostiene anche che Haas si trovi in un conflitto d'interesse facendo da un lato parte del CdA di METRO che con le sue affiliate Reale e Kaufhof si trova ad essere concorrente diretto di Media-Saturn. Durante l'appuntamento del 22 luglio le parti sono state in grado di trovare un accordo nell'accordo sulla chiamata di Haas come CEO ad interim di Media-Saturn.

People

Il 1 luglio  Louise M. Parent è entrata a far parte del consigio di sorverglianza della Deutsche Bank. Il Comitato nomine del consiglio di sorvegianza aveva proposto l'avvocatessa di newjorkese per sostituire Suzanne Labarge che il 30 giugno aveva lasciato l'organo di sorverglianza per sua volontà. La Banca fa sapere che la Canadese aveva già accennato durante l'assemblea generale dello scorso anno di non voler mantenere il suo incarico per tutta la durata prevista.

 

Il 24 luglio la Deutsche Börse ha presentato una candidata cinese per il suo consiglio di sorveglianza. Amy Yok Tak Yip vanta una vasta esperienza nell'industria finanziaria asiatica, ricoprendo tra gli altri degli incarichi di spicco nella Hong Kong Monetary Authority e della DBS Bank. Nata a Hong Kong, Amy dovrebbe essere votata nel consiglio di sorverglianza nel prossimo anno, momento in cui lo stesso organo diminuirà il numero dei suoi membri da 18 a 12 membri.  La sua nomina serve anche per sottolineare l'impegno dell'azienda per la crescita in Asia.

 

Matthias Böge intende lasciare il CdA della Deutsche Euroshop entro il 30 giugno 2015 'per motivi personali'. Questo è quanto comunica l'azienda quotata nel MDax quasi en passant sotto il titolo 'Ingrandimento del CdA'  in una comunicazione ad hoc. Il successore dal 1 luglio 2015 sarà Wilhelm Wellner. Dal primo febbraio 2015 si occuperà inizialmente del business operativo posizione di nuova creazione  del Chief Operating Officers (COO).

 

Dopo due anni Angela Titzrath ha inaspettamente rinunciato al suo incarico come Head of Human Resources e del Lavoro in Deutsche Post. Secondo una breve nota pubblicata dal gruppo di servizi postali e logistici la Titzrath ha dato le dimissioni 'per motivi personali'.  Il sindacato del terziario Verdi ha lodato la qualità del suo lavoro. La durata del contratto era prevista fino ad Aprile 2015.

 

Lars  Singbartl  ha lasciato il consiglio di sorveglianza della Kontron alla fine di giugno. Il successore designato è l'ingegnere Harald Joachim Joos che dovrà essere nominato dal tribunal competente. Dal 2009 Loos è Senior Advisor per la Warburg Pincus Deutschland GmbH. Oltre a Warburg Pincus anche Triton (12 per cento) tiene delle partecipazioni nel produttore di piccoli computer che si trova attualmente in una fase di restrutturazione.

 

Metro perde una delle due donne membri nel consiglio di sorveglianza sul lato del capitale.  Lucy Neville-Rolfe, finora presidente di Eurocommerce, entra in politica. Ex-manager di Tesco, la sessantunenne è stata nominata parlamentarische Staatssekretärin (Donald, meglio se guardi tu direttamente la giusta descrizione) nel ministrero britannico per l'economia, l'innovazione e la formazione professionale, dovendo quindi rinunicare al suo mandato nel consiglio di sorveglianza nel gruppo commerciale tedesco.

 

Werner Brand entrerà nel consiglio di sorveglianza della OSRAM Licht. L'ex CFO di SAP prenderà il posto di Joachim Faber che ha rinunciato alla sua carica il primo luglio lasciando l'organo. Il cambiamento deve essere visto davanti allo sfondo della limitazione dei mandati nelle banche. Dopo la nomina da parte del tribunale competente Brandt succederà Faber anche come presidente del comitato d'esame.

Höft & Wessel: più crescita, più compito

 

La Höft & Wessel AG,  azienda facente parte del Droege Group, vuole allargare il suo CdA. Quotata nel Prime Standard e prevedendo una crescita sostenibile, la società con sede a Hannover ha affidato la nuova responsabilità per le vendite internazionali dall'inizio di luglio a Thomas Dibbern. Laureato in economia politica e politologia Dibbern rinforzerà il management e l'orientamento al cliente del produttore di macchinette per biglietti e parcheggi, nonché di terminal mobili. Prima di entrare in Höft & Wessel era stato responsabile per le vendite internazionali in una PMI con un business simile.

 

Nanostart: l'Asia sta chiamando

L'azienda comunica che Marco Beckmann,  presidente del CdA della Nanostart AG, società di partecipazione nel settore della nanotecnologia quotata nel Entry Standard, si è dimesso a metà luglio. Prossimamente si assumerà la responsabilità del business asiatico come Managing Director dell'affiliata Nanostart Westbridge.  La funzione vacante nel CdA sarà ad interim gestita dal presidente del consiglio di sorveglianza Norbert Neef.

 

Campus

 

La quota rosa scende

 

Nel 2012, 15 dei 193 posti nei board dei 30 gruppi facenti parte del DAX erano occupati con donne; una quota rosa quindi del 7,8 per cento. Alla fine dello scorso anno le donne erano solamente 12, con una percentuale del 6,3 per cento. Questo è quanto ci comunica il Deutsche Institut für Wirtschaftsforschung (DIW - lstituto tedesco per la ricerca economica).  Attualmente i posti nei board delle aziende quotate nel DAX sono 183, di cui 10 occupate da donne. Ernst & Young comunica in un'analisi presentata il 17 luglio scorso che la percentuale è infatti scesa al 5,5 per cento. Solo 9 dei 30 gruppi del DAX hanno delle donne nel board: Allianz, BASF, Daimler, Deutsche Börse, Deutsche Telekom,Henkel, Munich Re e Deutsch Lufthansa. Tuttavia, tenendo conto che in due dei board del DAX (Siemens e Continental) le donne sono prossime ad entrare, il numero degli executive femminili dovrebbe nuovamente aumentare. Secondo Elke Horst,  che dirige le Gender Studies del DIW,  ci vogliono ancora passi importanti per superare in tempi previdibili le monocolture maschili.  Ad oggi il cambiamento verso un aumento del numero delle donne nei board delle grandi aziende quotate non è affatto la regola.Nei consigli di sorveglianza il numero delle donne è più cospicuo. Secondo uno studio effettuato dalla banca dati economica Bürgel la percentuale rosa è del 17,1 per cento. Nei 30 gruppi del DAX il 24,7 dei controllori sono donne.

 

La retribuzione dei membri dei CdA cresce più velocemente degli stipendi nominali

 

Negli anni passati molte aziende hanno raggiunto risultati da rekord, l'economia tedesca è sana, nessun motivo quindi per non far approfittare i manager da queste condizioni. Nonostante la decrescita dei fatturati e dei profitti, nel 2013 le retribuzioni dei CdA delle 30 aziende quotate  più importanti raccolte nell'indice DAX sono cresciute del 4 per cento, rispetto al 1,4 per cento degli stipendi nominali. L'aumento delle remunerazioni dei membri del board dimostra di essere ben più dinamica della crescita degli stipendi nominali. La forbice continua ad aprirsi. Lo stesso vale anche per l'anno 2013, come conferma una ricerca fatta dalla Deutsche Schutzvereinigung für Wertpapierbesitz (DSW) insieme a Gunther Friedl della Technische Universität München. Nel 2013 un membro del CdA di un azienda quotata nel DAX riscuoteva mediamente circa 3,3 miioni di Euro e quindi 53 volte quanto un impiegato della sua stessa azienda.Qualche anno fa la differenza era ancora molto minore. Il 10 luglio Friedl sostiene a Francoforte che lo sviluppo delle remunerazioni dei board appare essere molto meno orientato alla performance di quanto si dice. In Lufthansa, ad esempio, i boni sarebbero cresciuti del 57 per cento nonostante i peggioramento del business.

Capital News

Addio alla borsa

 

Dalla metà di agosto le azioni della Marseille-Kliniken AG non saranno più commercializzate in borsa. Alla fine di giugno l'azienda,  che adesso è quotata nel mercato libero, aveva deciso il delisting senza offerta di liquidazione  incaricando una casa di vendita di titoli con la creazione di una piattaforma commerciale indipendente dalla borsa. L'assemblea generale non è stata coinvolta nella discussione.

 

Dopo la svalutazione dovuta al cambio di segmento, il prezzo è ulteriormente sceso in seguito all'annuncio dell'abbandono della borsa. Secondo la Wirtschaftswoche alcuni azionisti vorrebbero ottenere un controllo speciale. Il Wirtschaftsmagazin fa sapere che gli azionisti temono che dopo la svalutazione Ulrich Marseille, fondatore della catena di cliniche e azionista maggioritario, voglia raccogliere altre azioni a basso prezzo per aumentare il suo guadagno in caso di vendita. Si sente dire l’unico interessato in un  delisting  sia Ulrich Marseille. Per questo motivo il gruppo degli azionisti vorrebbe far controllare se il CdA oppure il consiglio di sorveglianza della società devono rispondere degli svantaggi a carico degli altri investitori.

 

Al momento non si sa quante azioni siano in mano a Marseille; da quando  ha cambiato segmento la società non è più obbligata a dare informazioni a riguardo. Lo scorso anno la proprietà delle azioni era per il 60 per cento di Marseille e della moglie. Si racconta che già in passato ci sono stati degli intrecci molto intensi e degli affari poco trasparenti tra le aziende proprie di Marseille e le Marseille Kliniken AG.

 

Borussia Dortmund: Il main sponsor tra gli investitori

 

Da giugno quotato nel SDax, il club calcistico presente nella  Bundesliga Borussia Dormund GmbH & Co. KGaA (BVB) vuole circa 27 milioni di Euro emettendo 6 milioni di azioni. I nuovi titoli,  che saranno sottoscritti dal gruppo chimico Evonik,  parteciperanno ai profitti solo dopo la fine dell'esercizio corrente 2013/2014. Grazie all'aumento di capitale il numero delle azioni del BVB sul mercato è di 67 milioni, di cui il 70 per cento in free flow.

 

Evonik è dal 2006 il maggiore sponsor della squadra di calcio del BVB; dopo la sottoscrizione diventerà anche il secondo azionista del club, oltre a rimanere - grazie al prolungamento del contratto -  main sponsor del BVB fino alla stagione calcistica del 2024/2025. Nello scorso esercizio il BVB ha realizzato un profitto di circa 53 milioni di Euro - quasi 55 per cento in più rispetto all'anno precedente.

 

Ehlebracht: una marcia in meno

La Ehlebracht AG, specialista per le tecnologie funzionali nel settore delle materie plastiche e dei mobili (da controllare in internet) pensa di lasciare il General Standard e di passare all'Entry Standard della Borsa Titoli di Francoforte. Secondo il management l'operazione serve per risparmiare sui costi e le spese finora dovuti agli obblighi più severi imposte dal mercato regolarizzato. Dopo il cambio del segmento,  l'azienda vorrebbe realizzare un delisting nelle piazze di Düsseldorf e di Berlino.

M&A

 

Homag: Costruttore di macchine utensili fagocita altro costruttore di macchine utensili

 

La Dürr AG, azienda quotata nel MDax, vuole rilevare la maggioranza del costruttore di macchine utensile per il trattamento del legno Homag AG. Secondo le informazioni diffuse dal fornitore dell'industria automobilistica Dürr AG i grandi azionisti della Homag, tra cui la Deutsche Beteiligungs AG oltre che il pool azionistico della famiglia dei fondatori Schule e la fondazione Klessmann, vogliono vendere quote azionistiche per il 54 per cento circa. Il prezzo d'acquisto previsto è di 219 milioni di Euro.

 

Manca ancora il nulla osta da parte dell’autorità antitrust. Il nuovo azionista maggioritario Dürr sostiene di non mirare ad uno squeeze-out o ad un delisting della Homag che è  quotata nel Prime Standard. Il rilevamento dello specialista per macchine utensili per l'industria della lavorazione del legno con una quota stimata sul mercato mondiale del 28 per cento servirà alla Dürr per allargare la sua gamma di prodotti anche al di fuori dall'industria automobilistica. Nel 2013 la Homag AG ha realizzato un fatturato di poco meno di 790 milioni di Euro.

 

GFT: il settore finanziario nel focus

 

La GFT Technologies AG, azienda software quotata nel prime standard, ha rilevato un  provider di servizi IT speciali britannico. Attraverso l'affiliata britannica GFT UK Ltd.  la società ha acquistato il 98 % delle quote della Rule Financial Lt. che offre servizi IT per le banche di investimento. Nello scorso anno l'azienda britannica ha realizzato un fatturato di circa 48 milioni di sterline (circa 58 milioni di Euro). Le due aziende non si sono espresse sul prezzo della transazione. I due per cento restanti delle partecipazione sono tenuti dai dipendenti della Rule Financial e delle loro aziende collegate.  La GFT comprerà queste quote entro 2016 attraverso delle opzioni put and call.

La GFT si aspetta dall'acquisizione una presenza più massiccia nel settore finanziario negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Il management della GFT si aspetta inoltre per il secondo semestre del 2014 un ulteriore fatturato di circa 42 milioni di Euro e un fatturato totale per il 2014 di circa 352 milioni di Euro.