VIPsight maggio 2014
AZIENDE
La Deutsche Bank intende raddoppiare il massimo per una remunerazione variabile,
Nella convocazione all’assemblea generale della Deutsche Bank per il 22 maggio gli azionisti sono chiamati ad alzare il limite per la componente variabile della remunerazione per membri del CdA, e per dipendenti e membri di organi di società affiliate. Allo stesso momento gli stipendi di base per dipendenti con retribuzione alta dovrebbero crescere, per poter concedere gli importi finora garantiti anche in presenza di regole sui boni più severe. In questo modo si aumentano le retribuzioni di base per quei collaboratori che attualmente guadagno il doppio del loro fisso grazie alla componente variabile. Da gennaio 2014 in Germania i boni pagati nelle banche non possono essere superiori ad uno stipendio annuale. La decisione è stata presa nel 2013 dall’EU per dare una taglio agli eccessi retributivi osservati nei CdA delle banche. A certe condizioni i boni possono arrivare fino al doppio dello stipendio di base, se gli azionisti lo approvano espressamente. L’istituto di credito fa presente che il nuovo regolamento non produrrà un aumento automatico dei boni. In vista delle nuove regole comunitarie la Deutsche Bank è solo intenzionata a crearsi dei margini decisionali più flessibili. Da un controllo effettuato dall’autority competente (BaFin) risulta che la maggior parte degli istituti di credito non ha rispettato le nuove regola sulla limitazione dei boni.
Scania
Il 23 aprile Alecta, che con una partecipazione del 2,04 percento risulta essere dopo Volkswagen e figlia MAN il più grande azionista della Scania, ha rifiurtata l’offerta di 200 corone svedesi per ogni azioni della Scania oppure in totale 6,7 miliardi di Euro come non adeguato. VW non ha voluto commentare l’annuncio fatto dal fondo pensionistico svedese. Diversi azionisti Scania hanno rifiutato l’offerta perché troppo bassa, altri invece avrebbero voluto accettarla. Con AMF, Skandia, AP 4 e Investor AB il fronte del rifiuto svedese si somma adesso al 4,8 per cento. Un ruolo centrale per la riuscita dell’offerta Volkswagen spetta adesso alla Swedbank Robur, la quarta più grande azionista con una quota del 1,87 per cento, che possiede lo 0,34 percento dei voti e che finora non si è dichiarata. Se la Swedbank Robur dovesse rifiutare, la questione diventa difficile per la Volkswagen.
YOC: ottimismo per la pubblicità mobile
La YOC AG, fornitore di Mobile Advertising, affronta l’esercizio 2014 con ottimismo. Gli impegni di ristrutturazione presi dal nuovo CEO Dirk Kraus portano già primi frutti. Bisogna però ricordare che l’azienda quotata nel prime standard ha realizzato per il 2013 un fatturato di circa 26 milioni di Euro – il disavanzo è del 41 per cento. Il motivo principale, dice l’azienda, è da cercarsi nella vendita del ramo Mobile Technology, il cui fatturato è stato consolidato nel gruppo solo fino a metà del 2013 Anche l’EBITDA si trova con 4,5 milioni di Euro in deficit, pur migliorando del sei per cento rispetto all’anno precedente.
Il settore Media, colpito da perdite di fatturato, ha invece reagito alle misure di ristrutturazione con un aumento del risultato operativo rispetto all’anno precedente.
L’azienda prevede quindi un miglioramento dei risultati per il 2014, accompagnato dallo sviluppo di nuovi prodotti, dalla riduzione dei costi e da una gestione positiva dei problemi di vendita. Le nuove tecnologie e i nuovi prodotti saranno principalmente sviluppati nel settore del Programmatic Selling e dell’Audience Targeting. Il management intende pubblicare i numeri definitivi in un altro momento.
Nanogate: guscio prezioso, nocciolo forte
Dopo aver realizzato un fatturato ed un risultato record nel 2013 la nanogatre, quotata nel Entry Standard, fissa nuovi obiettivi di fatturato e decide di voler migliorare la propria profittabilità. Dopo un aumento di fatturato del 30 percento a 53 milioni e un EBITDA migliorato del oltre 8 per cento, quest’anno anche il dividendo crescerà del 10 per cento; la società propone 0,11 Euro.
Il management dello specialista per superfici intendo continuare la sua tendenza di crescita anche nel 2014. Secondo un commento dell’azienda pubblicato in occasione della presentazione del bilancio la maggiore redditività, la buona situazione di ordini e la conquista di nuovi mercati internazionali sono gli ingredienti di successo per entrare nella prossima fase di crescita. L’obiettivo è di fatturare a medio termine 100 milioni di Euro. Con una quota di capitale proprio di circa 49 percento e un indebitamento netto di soli 1,2 milioni di euro la Nanogate è ben preparata per fare i prossimi passi nella direzione della crescita. Nell’anno passato l’azienda ha anche aumentato il numero delle risorse; alla fine dello scorso anno contava 360 dipendenti.
The German Mittelstand
Per il Mittelstand, le PMI tedesche, il Crowdinvesting potrebbe diventare una vera opzione per il finanziamento.
Ultimamente in Germania il Crowdinvesting e il Crowdfunding stanno riscuotendo un successo crescente in Germania. Anche se frequentemente utilizzati come sinonimi, i due termini descrivono forme di finanziamento anche molto diverse. Nel caso del Crowdinvesting gli investitori diventano proprietari di quote godendo – come gli azionisti e i proprietari di titoli di godimento – dai profitti realizzati dall’azienda. Questa forma di investimento viene utilizzata soprattutto per il finanziamento di start-up. Il Crowdfunding è diverso: gli investitori non ricevono delle quote ma un corrispettivo che può essere valutato in denaro oppure pagato sotto forma di altre prestazioni in natura. Il Crowdfunding viene utilizzato in genere quando si tratta del finanziamento di un progetto caritativo o artistico.
Un esempio di successo per il crowdfunding è la produzione del film cinematografico “Stromberg – der Film”. Dopo il fallimento delle opzioni classiche di finanziamento l’azienda di produzione Brainpool ha puntato sul crowdfunding tramite internet. In breve tempo 3.300 piccoli investitori hanno investito un milione di Euro sapendo che il ritorno sarebbe dipeso dal numero degli spettatori che doveva essere superiore a un milione. Alla fine di marzo il film entrato nelle sale a metà febbraio aveva già registrato oltre 1,2 milioni di spettatori. Un successo con effetto segnale che conferirà al mercato del crowdfunding, ma anche a quello del crowdfunding una grande spinta in avanti-
Il volume di mercato del crowdinvesting basato sulla proprietà di quote aumenta molto rapidamente. Se - come rileva la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco - nel 2011 la cifra investita era ancora di 0,5 milioni di Euro, nel 2012 si parlava già di 5 milioni. L’Insitut für Mittelstandsforschung a Bonn comunica che nel 2013 i finanziamenti attraverso il canale del crowdinvesting sono arrivati a 10,6 milioni di Euro. Al momento il mercato è dominato da tre grandi piattaforme: Seedmatch, Innovestment e Companisto.
Se l’andamento del crowdinvesting continua di questo passo il Mittelstand tedesco potrebbe godere di prospettive interessanti, in particolare nelle nuove costituzioni di aziende e in progetti di investimento particolari. Ancora il fabbisogno di denaro e di tempo per la raccolta dei mezzi attraverso il crowdinvesting è (ancora) abbastanza ben gestibile. Il maggiore vantaggio per gli emittenti sembra essere che a differenza degli Stati Uniti la Germania non conosce ancora disposizioni legali per questa forma di approvvigionamento di capitale. La realizzazione costosa e impegnativa di un issue prospectus non è ancora prevista.
Ad oggi non si conosce alcun caso di progetto di start-up finanziato attraverso i portal di crowdinvesting che sia fallito. L’argomento è sicuramente forte anche se bisogna tenere in conto che le aziende così finanziate al momento sono poco più di 70. Gli esperti della Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco non escludono quindi casi di insolvenza futuri. In tempi in cui le aziende giovani e poco capitalizzate non hanno quasi più nessuna possibilità di entrare in borsa, anche le PMI dovrebbero spendere qualche riflessione sulle forme alternative di finanziamento, come il crowdinvesting.
Buhlmann's Corner
Chi gestisce una società per azioni?
La regola vuole: il sovrano supremo, l’assemblea dei proprietari, l’assemblea generale. E lo vediamo bene: l’assemblea degli azionisti viene preparata, la si organizza in ogni dettagli, per riunirsi e discutere fino alla votazione che chiude l’evento.
In Germania vediamo come a causa di una sentenza ancora da confermare in ultima istanza (sentenza, per altro, di cui sanno in pochi!) nel 2013 la presenza di capitale nelle assemblee è scesa di un quinto, per raggiungere nell’anno successivo più o meno le medie di una volta.
Ma chi ha provocato questa oscillazione nelle presenze? A logica: gli azionisti.
In realtà sembra che siano stati i service provider che a causa della sentenza di cui parlavo prima temevano uno spostamento fondamentale di certe questioni di responsabilità. Dopo lunghe discussioni durante l’inverno si è capito che la questione legale non sarà mai chiarita: una delle parti è in bancarotta. A decidere sulle sorti delle assemblee generali, sulle presenze e sulle maggioranze sono quindi di provider e i giudici?
Bisogna dire che i partecipanti alle assemblee discutono (anche) di cose elementari – come nel caso di Lufthansa a fine aprile, dove la data dell’assemblea coincideva con l’ultimo giorno di lavoro del CEO. Il momento perfetto per parlare della profit situation tra cinque anni. Da domani questo signore lavorerà per l’industria farmaceutica e si interesserà dell’aeronautica solo leggendo i giornali.
Generalmente un’assemblea generale di oggi si svolge come segue: per 1-2 ore una presenza di capitale pari all’1 a 9 per cento discute sul dividendo, sull’approvazione dell’operato degli organi, sulle votazioni o anche su alcune modifiche da apportare allo statuto; le seguenti 4 – 6 ore sono tenute in piedi da una rappresentanza del 0,1% delle azioni. Mi chiedo: quali sono i parametri di pensiero di questi presidenti delle assemblee (e dei loro consulenti)?
Ogni decisione viene presa previa votazione. Gli azionisti presenti (in Germania tra 1 e 6000 persone) rappresentano a loro volta circa uno a due terzi del capitale. Tutto bene e tutto democratico. Ma la realtà è ancora una volta un’altra: continua ad essere più economico utilizzare un consulente/gestore che porta zitto zitto i voti in votazione. In Germania queste figure tengono da 40 a 90% in un’unica scheda e votano secondo istruzione. Ovviamente non partecipano al dibattito, anzi non possono partecipare perché potrebbero stancarsi troppo e perdersi la votazione.
A chi ha delle difficoltà di calcolo e si domanda da dove vengono le ultime percentuali sedute in sala posso svelare un trucco. Quando la partecipazione viene incentivata con un premio di presenza succede che la presenza supera il 100% delle azioni. Non dimenticherò mai il caso quando si contava una presenza del 103%, verbalizzata e suggellata dal Notaio (judex non …). Lo stesso treausurer ordinò il pagamento per un numero di azioni superiori agli esistenti. E se ci fosse un po’ di instabilità anche nei depository?
C’è un’altra questione che non brilla per trasparenza. Chi è che decide quanto tempo deve decorrere prima che un ex-CEO candidato per il consiglio di sorveglianza sia sufficientemente “raffreddato” da essere indipendente , zero, due o dieci anni? Noto anche in questi decision-finding una tendenza verso la concentrazione.
Che siano le co-op francesi o i petrolieri norvegesi, ma anche la Blackrock&Co: sono proprio contento che qualcuno esprima una propria opinione – anche se il contributo al dibattito è poco strutturato, con lettere e comunicati stampa. Ups, com’era la domanda iniziale?
Cause e Lamentele
Nel litigio sulla revoca di Ulrich Sieber la Commerzbank ha dovuto incassare una sconfitta. Secondo una dichiarazione del Landgericht di Francoforte del 24 april, che conferma quanto riferito nei media, la revoca dell’ex Head of HR è inefficace. Il Tribunale dichiara che la prevista riduzione del personale e lo snellimento del consiglio di amministrazione, nonché la ristrutturazione dei segmenti di business non giustificano la revoca per giusta causa. Nella motivazione si legge che in questo caso non si tratta di “giusta causa”. La Commerzbank fa sapere che continua a ritenere che la revoca sia giustificata e che sta prendendo in considerazione di impugnare la decisione.
Il litigio sull’Iran sembra non voler abbandonare la Clearstream. Il fornitore di servizi post-trading che fa parte del gruppo Deutsche Börse è nuovamente entrato nel mirino dei magistrati americani per possibili infrazioni a sanzioni. Secondo quanto comunicato dall’azienda, la magistratura del distretto sud di New York avrebbe un’inchiesta preliminare contro Clearstream per presunte violazioni di disposizioni riguardanti il riciclaggio e le sanzioni. Le indagini all’interno della quali la Clearstream collabora con la magistratura sarebbero ancora in una fase molto iniziale. Gli investigatori volevano tra l’altro avere informazioni sulla banca centrale iraniana.
Il 14 aprile il Finanzgericht di Amburgo comunica di aver accolto nell’ambito della lite sulle imposte sui combustibili nucleari l’istanza di procedura d’urgenza (urgent motion) promossa dai gestori di centrali nucleari, E.ON e RWE, “ordinando temporaneamente agli uffici doganali competenti, di restituire in toto oltre 2,2 miliardi di Euro di imposta sui combustibili nucleari”. L’imposta introdotta nel 2011 sarebbe solamente “una tassa per riassorbire i profitti dei gestori di centrali nucleari”, dice il Tribunale tributario. Data l’importanza fondamentale del caso il tribunale permetterà allo Stato tedesco di presentare un ricorso presso la Corte federale tributaria.
Campus
La Borsa di Düsseldorf insiste sulle regole di delisting
La Börse Düsseldorf si difende contro la sentenza della Corte federale tedesca sulla semplificazione del ritiro dalla borsa. Anche in futuro le aziende quotate a Düsseldorf potranno ritirarsi solamente se hanno in mano una delibera dell’assemblea generale e se sono in grado di presentare agli azionisti un’offerta di acquisto che sia in linea con quanto previsto dalla legge sull’acquisto di titoli e sull’acquisizione di aziende. La regolamentazione in base ai termini praticata dalla maggior parte delle borse in Germania non renderebbe giustizia alla protezione degli investitori prevista dalla legge sulla borsa. Per quanto rigurda la decisione nel caso Frosta la Corte Federale (BGH) ritiene che una revoca della quotazione non abbia nessun effetto sul prezzo in borsa di un’azione. Quando ultimamente una società ha pubblicato di voler provvedere ad un delisting totale senza offerta di acquisto si è invece visto che dopo la pubblicazione il prezzo dell’azione è sceso più o meno del 10 percento. Il BGH avrebbe inoltre tolto agli azionisti ogni possibilità prevista dal diritto privato per far controllare legalmente la decisione del consiglio di amministrazione di una società per azioni di provvedere al delisting, lamenta il gestore della borsa. Nell’ottobre 2014 nell’ambito della cosiddetta decisione Frosta il BGH aveva fondamentalmente cambiato la sua giurisdizione sul ritiro totale di un’azienda dalla borsa (“totaldelisting”); allontanandosi dalla giurisdizione Macrotron in vigore dal 2002 ha deciso che la delibera dell’assemblea generale e la liquidazione in contanti non sono più obbligatori per gli emittenti.
Il numero degli obbiettori totali diminuisce
Per il 2013 più aziende che mai fanno partecipare i loro azionisti al profitto. Quest’anno si presume che 136 (2013:128) delle 160 aziende quotate negli indici DAX, MDAX, SDAX e Tec DAX proporranno durante le loro assemblee generali di distribuire un dividendo. Tuttavia, secondo una ricerca della FOM Hochschule le aziende tedesche distribuiranno quest’anno 37,3 miliardi di Euro dei loro profitti agli azionisti, cifra di poco superiore a quella dello scorso anno. Un aumento del 0,1% è di fatto molto modeste. L’aumento del numero delle aziende che distribuiscono un dividendo è comunque cresciuto per la quarta volta di seguito. Il volume dei dividendi delle oltre 650 aziende quotate nel Prime, General e Entry Standard è appena sotto il livello massimo storico del 2008 (38,4 miliardi di Euro) . Si è abbassata di poco meno del 3 % la somma distribuita nel DAX30 che risente dei tagli in Deutsche Telekom, RWE e E.ON. La Telekom ha dovuto cedere il suo posto di regina dei dividendi a Siemens. I veri record a sorpresa sono stati raggiungi solo nel MDAX e nel TecDax. Nell’insieme, si legge, l’annata 2014 riflette il clima positiva che si avverte sia al livello congiunturale che in borsa.
Dividendi 2014: chi distribuisce generosamente
Nel 2014 136 delle 58 aziende quotate nel Dax, MDax, SDax TecDax prevedono di distribuire i profitti agli azionisti – la somma totale dei dividendi versati si aggira intorno ai 37 miliardi di Euro. Questo è quanto risulta da uno studio fatto da Deutsches Institut für Portfolio-Strategien e dalla Schutzvereinigung für Wertpapierbesitz. Il dividendo più alto sarà pagato da Munich Re con 7,25 Euro/azione. Seguono Rational (6 Euro) e Allianz (5,30). Tra i primi posti nella classifica delle aziende che hanno aumentato il dividendo troviamo la Xing (539 %), seguita a distanza da MAN (207 %) e al terzo posto da Deutsche Wohnen (62%). Nell’insieme le aziende distribuiscono più dividendo che mai, mentre le rendite sono decisamente calate.
Il settore del Biotech si è arrenato
Secondo Ernst&Younil settore del Biotech ha registrato per il 2013 un abbassamento del fatturato pari al sette per cento, a circa un miliardo di Euro. In calo (- 6%) anche le spese per ricerca e sviluppo.
La situazione del finanziamento è difficile, anche se le aziende che operano nel settore biotecnologico hanno raccolto con 325 milioni di Euro ben 10 % di fondi finanziari in più rispetto all’anno precedente. Ma questa cifra non raggiunge minimamente il livello di finanziamento degli anni precedenti della crisi quando si raccoglievano circa 500 milioni di Euro all’anno. Il disavanzo comincia a farsi sentire nello sviluppo di sostanze attive. Anche se i ricercatori tedeschi hanno inventato molte tecnologie e sostanze apprezzate ovunque nel mondo il capitale di rischio raccolto dai produttori tedeschi non supera in media 1,4 milioni di dollari – negli USA sono 70 % in più.
Gli autori della ricerca fanno presente, che il ramo del biotech coninuerà a crescere – con un aumento globale del fatturato a 515 miliardi di Euro per il 2020. Nel 2010 erano ancora 92 miliardi di Euro. Per non perdere le sue opportunità la Germania deve promuovere gli investimenti nel settore delle biotecnologie. Una soluzione potrebbe essere quella di esentare in futuro gli investitori privati dalla tassa sul reddito da capitale.
People
Axel Springer riduce il CdA da attualmente sei a quattro persone. Era già stato comunicato che l’ex CFO Lothar Lanz avrebbe lasciato l’organo per passare al consiglio di sorveglianza. Ralfph Büchi, finora responsabile nel CdA per gli affari internazionali, lascerà il CdA per dirigere in futuro il business internazionale della casa editrice com President International da Zurigo.
Per la fine dell’anno Elke Strathmann lasciarà il CdA di Continental, fornitore di accessori per il mercato automobilistico e produttore di pneumatici. Il suo contratto in essere dal 2012 non verrà prolungato. Alla domanda di VIP eV sulle motivazioni di questa decisione il presidente del consiglio di amministrazione ha risposto: “lo spirito di team deve funzionare”. La nuova responsabile per le risorse umane, Ariane Reinhart, prenderà il suo posto al più tardi all’inizio del 2015, portando con se le esperienze fatte in VOLKSWAGEN.
Simone Menne entrerà nel consiglio di sorveglianza della Deutsche Post. La CFO della Lufthansa diventa così la seconda donna tra i rappresentanti del capitale nel consiglio di sorveglianza del provider di servizi di trasporto e di logistica. Dall’ordine del giorno per l’assemblea generale convocata per il 27 maggio, si evince che Menne dovrebbe sostituire il 72-enne Hero Brahms che lascia la sua posizione per motivi di età.
Alla fine di aprile, Marion Schick ha lasciato la Deutsche Telekom. La decisione dovuta a malattia è stata richiesta per motivi personali dalla stessa Schick e presa di comune accordo. Il consiglio di sorveglianza è molto dispiaciuto. All’interno dell’azienda si discuteva da tempo sul fatto se la manager fosse in grado di gestire il suo incarico. La sua nomina nel maggio 2012 non era stata condivisa da tutti. Malata da tempo la Head of HR stata ultimamente sostituita dal responsabile della privacy Thomas Kremer.
Nella convocazione dell’assemblea generale prevista per il 20 maggio si legge che a succedere Peter Betermann nel consiglio di sorveglianza della Evonik Industries sarà la Prof. Barbara Ruth Albert. Le dimissioni di Bettermann con effetto 30 giugno richiedono l’elezione di un nuovo rappresentante degli azionisti. Si legge che Albert dovrebbe essere eletta per il periodo dal 1 luglio fino alla conclusione dell’incarico di Bettermann, prevista per il 2018.
Gerresheimer (non tradurre, aspettiamo l’esito della assemblea del 30 aprile). Gli azionisti di SAP dovranno decidere durante l’assemblea generale sulla conversione in società per azioni europea. Nella stessa occasione il Co-CEO Jim Hagemann Snabe vorrà essere eletto nel consiglio di sorveglianza senza periodo di cooling-off. Bill McDermott prenderà il timone da solo. Questo è quanto si evince dalla convocazione per l’assemblea del 21 maggio a Mannheim, pubblicata lo scorso 14 aprile.
Centrotec: saluto a sorpreso
Dopo le dimissioni di Gert-Jan Huisman, presidente del CdA della Centrotec AG, azienda quotata nel SDax, i compiti del CEO vengono svolti dal CFO Thomas Kneip e dal membro del CdA Christoph Traxler. CFO in Centrotec dal 2014, Kneip porta con se delle esperienze di management raccolte tra le altre in Siemens, VDO, Centrosolar e McKinsey.
L’ex CEO Huismann ha voluto lasciare il suo posto all’inizio di Aprile con effetto immediato e dicomune accordo con l’azienda, come conferma il consiglio di sorveglianza. A motivare la sua decisione sarebbero state delle diverse opinioni sulla politica di business. Dopo quasi 15 anni nel CdA del fornitore di tecnologia per il riscaldamento e la climatizzazione Huismann resterà a disposizione dell’azienda fino a maggio 2015 come consulente.
Alphanorm: nuovo vertice
Lo specialista er la stama in 3D, Alphaform AG, il 2013 non è andato molto bene: il fatturato ha perso il 4,5 per cento, il risultato operativo è sceso da 0,8 a circa – 5,8 milioni di Euro e il risultato per ogni azione di – 1,16 Euro è stato altrettanto negativo – il tutto dovuto anche a effetti unici di bilancio. Alla fine di marzo il consiglio di sorveglianza ha revocato l’incarico di Thomas Vetter, secondo l’aziende “di comune accordo. A regola il suo contratto sarebbe scaduto alla fine dell’anno. Il suo posto sarà preso da Hanns-Dieter Aberle, fisico e esperto per la lasertecnologia e la stamo in 3D.
L’ex presidente del consiglio di amministrazione e ingegnere Thomas Vetter era alla guida dell’azienda dal 2008; nella seconda metà del 2013 ha iniziato un programma intensivo di ristrutturazione. Il suo successore Aberle ha partecipato alla realizzazione dello stesso in funzione di consulente. Aberle ha lavorato per anni come manager interinale in diverse PMI del settore della meccanica, tra cui anche come amministratore delegato di un costruttore di macchine utensili. L’azienda si dichiara ottimista di ritrovare di nuovo la strada del sccesso.
Ströer: successore in vista
Dopo le dimissioni di Alfried Bührdel alla fine di marzo dsl CdA della Ströer Media AG la società, quotata nel SDax, ha trovato il suo successore: Bernd Metzner entrerà a metà giugno come membro nel consiglio di amministrazione dove si occuperà del settore delle finanze. Metzner viene dalla Döhler Gruppe, dove svolgeva dal 2011 lo stesso ruolo di CFO. Prima ancora ha coperto diverse funzioni di management prsso la Bayer AG, occupandosi della divisione e dell’ingresso in borsa di Lanxess. Metzner collaborerà nel CdA della Ströer Media AG con Udo Müller, CEO e Christian Schmalzl, COO.
Al momento non ci sono notizie sui programmi futuri dell’ex CEO Bürhdel. Dopo 16 in Ströer, azienda specializzata nella pubblicità esterna, ha deciso di lasciare l’azienda con un anno di anticipo per motivi personali.
Capital News
Durante la prossima assemblea generale, DMG MORI SEIKI chiederà agli azionisti una nuovo decisione anticipata (anticipatory resolution). L’attuale capitale autorizzato che decorre a maggio 2017, è stato in gran misura consumato, come si legge nella convocazione per l’assemblea generale. La nuova autroizzazione prevede la possibilità di aumentare il capitale nominalmente fino a raggiungere un volume di 102,5 milioni di Euro. Dal capitale autorizzato attuale restano al momento circa 30 milioni di Euro. L’assemblea del costruttore di macchine utensili avrà luogo il prossimo 16 maggio a Bielefeld.
Vossloh: nuovo investitore finanziario
La Vossloh AG, gruppo specializzato in infrastrutture e sostegno tecnico per le ferrovie, ha un nuovo grande azionista. Dal suo ingresso all’inizio di marzo l’investitore Franklin Mutual tiene più del 3 percento delle azioni. Poco prima la Vossloh, quotata nel SDax, ha messo in vendita circa 1,3 milioni di azioni dal proprio portfolio, facendo così entrare nelle proprie casse circa 91 milioni da investitori istituzionali. Questi mezzi finanziari dovevano anche servire per ridurre delle passività di circa 200 milioni di Euro.
Vossloh aveva comprato i titoli nel tentativo invano di difendersi contro il proprietario della Knorr Breme, Heinz Hermann Thiele. Questo aveva acquistato parti dell’azienda vincendo poi la lotta di potere con la famiglia dei fondatori. Oggi possiede il 20 per cento delle quote della Vossloh e ha fatto il suo ingresso come presidente del consiglio di sorveglianza.
Progress-Werk Oberkirch: doppio ricavo
La Progress-Werk Oberkirch AG, fornitrice dell’industria automobilistica, , ha emesso un bonded loan per oltre 60 milioni di Euro. Originariamente erano previsti solo 30 milioni di Euro, ma in seguito alla grande richiesta il volume è stato raddoppiato. Quotato nel prime standard dal 1989 l’azienda vuole utilizzare il denaro fresco per assicurare maggiore crescita e estinguere dei crediti bancari a breve termine. Il titolo è suddiviso in quattro tranche con scadenze di cinque e sette anni.
Paion: Suspense in aumento
La Pion AG, gruppo biofarmaceutico quotato nel prime standard della borsa di Francoforte , ha annunciato una aumento di capitale di 18,5 milioni di azioni – ovvero di ben 60 per cento. L’azienda comunica di voler raccogliere circa 40 a 55 milioni di capitale fresco. Il prezzo d’acquisto sarà comunicato poco prima della pubblicazione della scadenza.
L’azienda vuole investire i denaro nello sviluppo e nella preparazione dell’ingresso sul mercato dell’anestetico Remimazolam in Europa e negli Stati Uniti. La capital measure deve ancora essere approvata dall’assemblea generale che si riunisce il 15 maggio. Lo scorso gennaio 201 la Paion aveva emesso grazie ad un aumento di capitale circa 2,8 milioni di azioni, ricavando circa 5 milioni di Euro. Altro denaro è entrato attraverso dei private placement. Attualmente il numero totale delle azioni si aggira intorno ai 30,8 milioni.
Bauer: nessun dividendo
A ottobre dello scorso anno il gruppo Bauer AG, quotata nel SDax, aveva avvertito i propri investitori – adesso è ufficiale: Per il 2013 l’azienda edile registra un deficit di risultato di oltre 19 milioni di Euro, nonostante la crescita nel rendimento totale e il risultato positivo dell’anno precedente. Per questo motivo gli investitori della Bauer AG dovranno rinunciare ad un dividendo perché l’azienda non vuole toccare le riserve. Lo scorso anno il dividendo – per l’anno 2012 – ammontava ancora a 0,30 Euro/azione.
Lo scivolamento verso il rosso sarebbe dovuto ad una “serie di problemi singoli” e la grande pressione competitiva. Per l’anno corrente il management si mostra comunque ottimista, la situazione delle commesse sarebbe buona. Il finanziamento del gruppo sarebbe stato completamento rivisto. Nel 2014 il risultato dopo le imposto dovrebbe essere tra 20 e 25 milioni di Euro.
M&A
R. Stahl: A faccia a faccia con il nemico
La Weidmüller, azienda produttrice di componenti per collegamenti elettrici a, intende rilevare la R. Stahl, esperto per la protezione contro le esplosioniper più di 300 milioni. Ma la Stahl AG, quotata nel prime standard, si oppone a questo tentativo di assorbimento ostile. All’inizio di aprile la Weidmüller ha presentato agli azionisti della R. Stahl un’offerta di acquisto – ma il CdA e i grandi azionisti non si fanno tentare.
Le famiglie Stahl e Zaiser possiedono insieme il 51 per cento delle quote e sono quini i soci maggioritari della società. La R. Stahl fa sapere di aver già ricevuto diverse offerte, ma che fino ad oggi il consorzio familiare si è sempre posizionato dietro all’azienda rifiutando. Weidmüller sperava di realizzare con l’acquisto la “combinazione perfetta per continuare a crescere”.
La Weidmüller costruisce tra le altre anche spine, collegamenti e scatole per grandi clienti. Nel 2013 il fatturato ammontava a circa 640 milioni di Euro: La R. Stahl fornisce invece ai suoi clienti degli centraline di comando, delle lampade e delle unità di controllo che servono per proteggere gli impianti elettrici dal rischio di esplosioni. Nel 2013 il fatturato della società ammontava a circa 304 milioni di Euro.
Manz: ricaricato
L’azienda meccanica high tech Manz ha rilevato all’inizio di aprile il ramo meccanico dela Kemet Electronics Italy. Con l’acquisto dell’affiliata dell’azienda americana Kemet Corporation la Manz AG intende avere accesso al produttore di pile Arcotronics che la Kemet ha rilevato nel 2007 per rinforzare il proprio portfolio nel settore Battery. La transazione riguarderà anche il passaggio di 83 dipendenti. Le parti non si sono espresse sul prezzo dell’asset deal. La Manz, quotata nel TecDax, finanzierà l’acquisizione con i ricavi di un aumento di capitale realizzato nel novembre 2013.
Secondo il management della Manz la nuova affiliata del gruppo sarà pienamente consolidtata nel 2014 contribuendo al fatturato del gruppo con circa 15 milioni di Euro. Attraverso l’assorbimento la Manz ottiene un maggiore know-how nel settore della winding tecnology che fa parte delle tecnologie di prima scelta nella produzione di batterie di ioni di litio che vengono utilizzati per l’elettromobilità, per l’accumulo stazionario dell’ energia e per beni di consumo elettronici. In quest’ultimo la Manz vede lo stesso potenziale come a suo tempo nel business con i display.
Baywa: la mela si muove
La Baywa, fornitore di prodotti per l’agricoltura quotata nel SDax, ha rilevato per circa 23 milioni di Euro il commerciante di frutta neozelandese Apollo Apples. La transazione è stata gestita dall’affiliata neozelandese Turners & Growers. Ancora manca comunque l’approvazione da parte delle autorità antitrust. L’affiliata, così l’azienda, finanzierebbe l’affare con mezzi propri. Con 120 dipendenti la Apollo ha realizzato nel 2013 un fatturato di circa 32 milioni di Euro.
Dopo l’assorbimento della Turners & Growers due anni fa la Apollo è ora il secondo passo nel progetto di espansione internazionale in Nuova Zelanda, paese che fa parte dei più grandi esportatori di frutta al mondo. Con l’acquisizione la Baywa sostiene di avere in mano il 35% dell’esportazione di mele neozelandese. Già nell’esercizio passato acquisizioni di una certa portata hanno avuto effetti positivi sul fatturato e sul risultato. Il fatturato è aumentato quasi de 50 per cento a poco meno di 16 miliardi, l’EBIT è cresciuto di oltre 18 per cento a circa 222 milioni di Euro.